Lo scoppiettante ed aggressivo stile d’animazione conosciuto col nome di Kanada Style è oramai vittima di una inarrestabile necrosi cominciata oramai ben più di 20 or sono. Tuttavia vi è un giovane animatore che non esita a riesumare con ottimi risultati questa carcassa soltanto apparentemente obsoleta ed incapace di regalare nuove rose d’emozioni agli spettatori. Il suo nome è Kai Ikarashi e dal 2013 è uno degli ace animator dello studio Trigger!
Per imparare a conoscerlo un po’ meglio ho pensato di tradurre in italiano l’articolo scritto dal mio amico @vanjiilost sul suo blog shootingonfours. A piè pagina inoltre troverete delle note a cura del sottoscritto in grado di contestualizzare meglio quanto detto nella sezione principale.

Kai Ikarashi è un animatore dello Studio Trigger, dalla prorompente influenza kanadiana(1), che ha finito con lo specializzarsi in una limited animation particolarmente attenta alla composizione delle pose chiave. I suoi disegni si differenziano nettamente da quelli degli altri animatori Trigger per la loro componente cartoonesca, egli infatti non perde mai l’occasione per lanciare le figure umane verso le prospettive più off-model a fini comici o per generare nella mente dello spettatore un’immagine che verrà sicuramente ricordata.
Nel 2013, viene creditato per la prima volta come inbetweener di Kill la Kill. La maggior parte degli animatori normalmente parte da questo ruolo per poi raggiungere nuovi incarichi e ci possono volere anni prima della promozione di un inbetweener a key-animator o a second-key-animator. Difatti, c’è stato un piccolo periodo di tempo nel 2014 in cui si è dedicato al completamento di key frames già cominciati da altri animatori nell’episodio 1 di Akame Ga Kill e nella settima puntata di TERRAFORMARS, entrambi episodi outsourceati alla Trigger, ma ha velocemente debuttato l’anno stesso come KA per Inō-Batoru wa Nichijō-kei no Naka de lo stesso anno. Vi sono stati alcuni momenti disegnati in maniera particolarmente divertente ed ispirata ma, in sostanza, ad oggi Inou-battle rimane la fatica dello studio dall’approccio più conservatore sul versante delle animazioni. Con design così inadatti alle proprie predisposizioni (2), Ikarashi non riesce ancora a farsi notare. Fortunatamente in quel periodo Hiroyuki Imaishi stava proprio dirigendo un corto animato che gli avrebbe dato la possibilità di esprimersi ben più che ampiamente.
Entriamo in quell’assurdità che prende il nome di Sex and Violence with Machspeed.
Si tratta di 9 minuti di scemenze accompagnate da dinamici layout distorti, oggetto dell’assoluto amore di Imaishi, assieme agli “ironici” layout piatti terribilmente impostati che sfortunatamente lo stanno seducendo fin da Kill la Kill. Lamentele ad Imaishi a parte, Il cut di Ikarashi rappresenta davvero il il climax conclusivo, in eccellente contrasto con la limitatissima animazione che compone la maggior parte del corto. Le animazioni del nostro Kai Ikarashi aderiscono a principi simili a quelli con cui Imaishi trasmette il dinamismo attraverso un basso numero di disegni, eppure questi ultimi appaiono più tridimensionali rispetto a quelli degli altri cut, tanto che il design di Violence assume una certa profondità. Il contrasto tra i disegni cartooneschi e la maggiormente realistica violenza ricca di momenti davvero gore è soltanto un altro esempio di come questo corto raggiunga il picco della propria comicità attraverso nella sua stessa spietatezza (3).
Durante il processo di produzione di Kiznaiver, all’epoca il nuovo grande progetto Trigger, Ikarashi riuscì a fuggire temporaneamente dallo studio per animare alcuni cut del settimo episodio di One Punch Man, non che questo sia poi così sorprendente dal momento che alcuni importanti membri dello studio come Sushio e Akira Amemiya vi parteciparono.
I cut di Ikarashi per OPM rappresentano uno dei suoi primissimi esempi di velocissima animazione pose-to-pose ricca di linee cinetiche e, nonostante le sue animazioni mecha siano senza ombra di dubbio davvero impressionanti, sento di essere ben più attratto dagli ultimi cut. Il peso di quei movimenti si può davvero percepire attraverso quelle sottili pause e quei tranci di smears che Genos produce tra una posa e l’altra. Il suo uso delle linee cinetiche rende quei movimenti ancora più d’impatto.
Kiznaiver è stato il primo progetto Trigger che lo ha coinvolto in prima persona come animatore, lavorando con così tanta passione ed energia durante la maggior parte degli episodi a tal punto che lo si può annoverare tra i main animator della serie assieme a Sushio (il quale si è dedicato alla key animation in ogni episodio della serie, persino quelli gestiti attraverso l’outsourcing). I due hanno prodotto i disegni più esagerati e cartooneschi dell’anime nonostante l’atmosfera decisamente più scura e malinconica rispetto a quella di Kill la Kill. Grazie ai versatili design di Mai Yoneyama, i loro keyframe non hanno mai provocato importanti contrasti con i toni drammatici del cartone.
I suoi cut provenienti da Kiznaiver sono tra i miei preferiti. La piccola scena nell’episodio 2 in cui viene mostrato Yuta mentre corre è ricolma da cima a fondo di vitalità nonostante duri soltanto 3 secondi. Vi sono così tanti disegni fantastici che rimangono sullo schermo per appena un millisecondo mentre il personaggio si deforma attraverso scarabocchi informi.
Un altro cut che spicca fra tutti è quello in cui Yuta corre ancora una volta (notate un motivo ricorrente?), che risulta davvero carico di energia come il primo anche se i disegni non sono così esagerati. La background animation è davvero di prim’ordine considerando che ci sono così tanti elementi da prendere in considerazione: la prospettiva, i personaggi, la loro postura…ed Ikarashi riesce in tutto questo. Verso la fine, c’è un gran numero di dettagli nel movimento nonostante la grande distanza dalla telecamera. Adoro in particolar modo quella scivolata.
Essendo stato impegnato su Kiznaiver, Ikarashi non poté fare molto per l’altro anime Trigger che proprio in quel momento stava andando in onda, vale a dire Uchuu Patrol Luluco, ma il piccolo contributo che riuscì a portare a termine fu proprio nel grande “episodio sakuga” a cui parteciparono altri famosi animatori dello studio come Takafumi Hori, Hiroyuki Imaishi e Akira Amemiya.
Ikarashi ha animato un ottimo segmento di limited animation come non se ne vedevano da settimane su Luluco, in cui si è dimostrato ancora più influenzato da Yoshinori Kanada persino rispetto agli altri animatori grazie ad una grande conoscenza dei principi della tensione, dell’anticipazione e grazie a degli effetti davvero frenetici. Tutti i cut dedicati ad ogni personaggi presentano tanta energia rappresentata in davvero tanti modi differenti. I tratti simili a quelli di un pennello del primo cut forniscono un impressionante peso ai movimenti, che anticipano così l’esplosivo finale. Il secondo presenta invece una prospettiva dinamica che zooma verso la testa della nave (4), con un leggero uso del principio del “squash and stretch” prima che la testa esploda. Il terzo è probabilmente il meno energico, ma rimane comunque molto divertente vedere le linee cinetiche esagerare la potenza dello sparo. L’ultimo cut presenta delle meravigliose animazioni pose-to-pose ricche di dinamismo.
Con Luluco e Kiznaiver conclusi si passa al nuovo grande progetto dello studio, l’attesissima serie televisiva di Little Witch Academia. L’anime si rivela essere un’importante punto del percorso professionale di Ikarashi, dal momento che qui fa il proprio debutto come supervisore delle animazioni per il terzo episodio. In quella puntata ha corretto tutti i cut della seconda metà per donare loro il suo particolare timing e per rafforzare ancora di più le espressioni più estreme dei personaggi attraverso aggressivi “squash and stretch” e disegni davvero grezzi. Il suo debutto è stato reso ancora più appariscente da Masayuki, il regista dell’episodio con un lungo passato allo studio Gainax ed attualmente impiegato presso Khara, che ha composto senza problemi un fantastico storyboard ricco di prospettive ad occhio di pesce. Le due anime dell’episodio si uniscono creando così un debutto degno di nota per il giovane Ikarashi ed in generale un episodio davvero divertente da vedere.
L’animatore ha poi continuato a produrre ottimi cut ed un fenomenale lavoro di supervisione delle animazioni per gli episodi successivi e, una volta finita la serie TV, si sarebbe poi dedicato a Darling in the Franxx, collaborazione tra Trigger e A1 Pictures.
…ma non prima di aver sgattaiolato brevemente verso Devilman Crybaby. Due delle principali influenze di Ikarashi sono Masaaki Yuasa e Yasunori Miyazawa. Entrambi sono animatori (nonostante Yuasa sia sicuramente più conosciuto oggi come regista) specializzati in disegni graffianti, dalle prospettive distorte e particolarmente legati a piatti layout geometrici. Con LWA che miracolosamente si conclude abbastanza presto per gli standard della Trigger (5), non poteva proprio resistere all’idea di lavorare con i propri idoli.
Similmente alla sua comparsata su One-punch Man, egli lavora solo ad un episodio, dedicandosi al finale del sesto episodio che rappresenta un punto davvero chiave per l’intera serie. Ikarashi fornisce maggiore profondità alla scena attraverso poderose linee cinetiche ed una veloce background animation che semplifica le forme del panorama urbano.
La quantità di lavoro dell’artista per Darling in the Fraxx non fu affatto paragonabile a quella di Kizinver o di Little Witch Academia: ha partecipato soltanto a metà degli episodi affidati allo Studio Trigger e, durante la produzione del quarto episodio, ed è stato costretto a consegnare i keyframes a tutta fretta.
Lasciando da parte la bassa quantità di cut, Ikarashi è riuscito a portare a termine ottime animazioni negli episodi in cui ha lavorato. Sto parlando soprattutto di questo piccolo estratto di character animation nell’ottavo episodio ricco di divertenti pose accentuate dal basso framerate e dalle espressioni esagerate delle bocche. I modelli dei personaggi sono stati deformati in modo davvero piacevole tantoché sembra quasi possibile percepire lo stesso divertimento dell’artista.
Il nuovo progetto dello studio, SSSS Gridman è davvero dietro l’angolo ed è stato già confermata l’importante presenza dei giovani animatori Trigger. Senza ombra di dubbio leggeremo il nome di Ikarashi nei crediti di fine episodio, che continuerà a lastricare la sua carriera di fenomenali performance degni del più brillante dei giovani animatori dello studio. Anche il designer di Gridman, Masaru Sakamoto, è parecchio giovane e, chissà, magari aspettando ancora un po’ potremmo assistere al debutto di Ikarashi anche come character designer (6).
1)Nell’articolo originale vi era proprio scritto che Ikarashi appartiene alla scuola del cosiddetto “Kanada- style”. Non mi sento di condividere questa affermazione dal momento che almeno una buona metà del suo output non presenta un’influenza così diretta del Maestro. Sicuramente è stato influenzato parecchi dall’animatore di Birth ma è ancora presto per dire se sarà o meno l’ultimo detentore di questi stilemi.
2)Credo che Inou-battle abbia sofferto molto di più per una produzione di natura “conservatrice” più che per dei design conservatori. Come Vanji ha affermato più volte nel corso dell’articolo, Ikarashi è il primo che quando può deforma con autentico piacere i design originali.
3)Credo che qui l’autore originale abbia voluto affermare in maniera un po’ criptica come i disegni più tridimensionali di Ikarashi abbiano un po’ contribuito a questo contrasto.
4)…Veramente io lì ci vedo un movimento di camera più che uno zoom…
5)In quel momento, esattamente come con Fate Apo, credo che Ikarashi abbia semplicemente sacrificato un po’ del suo output di Darling in the Franxx per partecipare ai progetti che più lo interessavano, non essendo legato a Trigger da contratti particolari ma avendo semplicemente il proprio tavolo di lavoro lì in affitto.
6)A questo proposito è interessante notare come Ikarashi non sia soltanto un animatore e supervisore delle animazioni, ma anche un illustratore e fumettista indipendente, autore di un discreto numero di doujinshi. Vi lascio qualche suo lavoro qui sotto.
L’ha ribloggato su Studio TRIGGER Italiae ha commentato:
Focus On su Kai Ikarashi!
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