Questo mondo è ricolmo di legami. Legami di sangue, connessioni tra le città, connessioni tra i ricordi. Questo è un mondo dove tutti si interconnettono. Eppure, perché non riesco a connettermi proprio con nessuno? Io e te…forse ci riusciremo?
Con queste parole L’ancora innominato protagonista del trailer di Sarazanmai ci introduce in un’Asakusa permeata da tinte mai viste prima grazie a scelte di compositing davvero estreme. Parecchio intrigante certo, ma non in grado di dissipare dubbi e perplessità sulla natura del cartone animato o della sua produzione. In questo articolo, per quanto mi è possibile, vorrei esporre quanto è noto in merito a Sarazanmai, esplicitare un po’ meglio gli elementi più criptici del trailer e del restante materiale promozionale nonché mettervi al corrente delle teorie più interessanti formulate dai fan. Occorre subito dire che vi saranno ulteriori 4 o 5 trailer prima della messa in onda, per cui questo pezzo non pretende affatto di essere estemporaneo e, anzi, verrà arricchito da possibili seguiti una volta che avremo a disposizione nuove succose informazioni.
Cominciamo dall’annuncio vero e proprio: Il 17 maggio 2018 viene confermata la programmazione del nuovo anime diretto da Kunihiko Ikuhara e al contempo la pubblicazione di un fumetto facente parte dello stesso franchise dal titolo Reo to Manbu: Futari wa Sarazanmai (Reo e Mambu: noi siamo Sarazanmai) ad opera della mangaka Misaki Saitou.
Il manga viene pubblicato bimestralmente sulla rivista Rutile, dedicata quasi esclusivamente al Boys Love, di Gentousha a partire dal 22 maggio. La trama sembra in un primo momento incentrata sui battibecchi quotidiani di Reo e Mambu, due poliziotti dai caratteri diametralmente opposti, i cui kanji che compongono i loro nomi sono tipicamente affibbiati a persone di sesso femminile. In breve tempo però il focus del racconto si sposta su Sara, una neonata dalle enormi sopracciglia che viene di fatto “adottata” dalla strana coppia. Evitando di entrare nell’oscuro territorio degli spoiler, nel fumetto non ha fatto ancora il suo debutto quello che sembra essere il ragazzino protagonista della serie animata e, al contempo, nel trailer sembra esserci qualche riferimento al personaggio di Sara, come vedremo più avanti. Una conferma vera e propria sul significato narrativo del ramo fumettistico di Sarazanmai ancora non la possediamo ma non mi sembra impensabile affermare che questo non sia altro che uno spin-off in grado di fornirci una prospettiva ulteriore su alcuni personaggi secondari dell’anime.

Spostiamoci ora sulle prime immagini uscite, ancora prima dell’annuncio ufficiale, attraverso un teaser. Tradotto in italiano, il suo testo recita “Anche se tutto dovesse finire ed il mondo dovesse divenire vuoto, ti dirò la verità. Anche se sei connesso, sei in realtà solo. Non lasciarlo andare, il desiderio rappresenta la tua forza vitale”. Il teaser è poi tempestato della parola 欲望 (yokubou) che potremmo tradurre in italiano come desiderio o ambizione. In un’intervista al regista, dal contenuto ben più generale e piuttosto privo di dettagli sul nuovo anime, egli ha rivelato che il kanji di yokubou era persino il salvaschermo del suo computer. Sembra quindi evidente che il “desiderio” si presenterà come una delle tematiche principali dell’anime, forse in maniera persino più onesta dei “legami”. Inoltre, tinte ben distinte fanno la loro comparsa: il rosa, assieme all’icona di due uomini in posizioni opposte, il giallo, assieme a tre figure che sembrano levitare a testa in giù e l’azzurro, assieme ad una donnola. Sono stati in molti a far notare come questi tre colori, esattamente in quest’ordine partendo dall’alto verso il basso, sono i colori della bandiera simbolo della pansessualità di largo uso nella comunità LGBT. Inoltre la donnola richiama uno dei più importanti personaggi dell’animazione giapponese legati all’ambizione nel senso più negativo e sacrilego del termine: Noroi, il principale antagonista dell’anime Gamba no Bouken o le Avventure di Gamba, che nella sua serie d’appartenenza è disposta ad ogni nefandezza possibile per ottenere un nuovo territorio dove far proliferare la sua specie. Anche se in occidente Gamba non è certamente un anime molto popolare, in Giappone figura tra i 25 cartoni animati più popolari secondo Tv Asahi e viene continuamente citato ancor oggi in anime, manga e romanzi. Per quanto le altre due icone precedenti confido nella presenza di connessioni con i futuri trailer, dal momento che ora come ora qualsiasi ipotesi mi pare alquanto affrettata. Certo, di fronte ai due uomini in posizione opposta ho anch’io pensato alla posizione 69 ma non riesco sinceramente a spingermi oltre.


Il nuovo trailer invece ci trasposta in luoghi davvero distanti dal teaser, sia visualmente che prendendo in considerazione le tematiche abbozzate. Alle icone si sostituiscono personaggi perfettamente in linea con dei possibili design definitivi e, soprattutto, sfondi dinamici realizzati a partire da filmati realizzati dal vivo. Nei primi due cut osserviamo dell’acqua scrosciare potentemente in una località sconosciuta ma soltanto uno o due cut dopo diventa possibile notare alcuni dei simboli del quartiere di Asakusa, tra il Kaminarimon ed un Tokyo Sky Tree non troppo distante. Questo primo edificio però non sembra far parte dell’Asakusa della nostra realtà, poiché moltissime comparse, dall’inconfondibile stile minimale simile a quello adottato in Penguindrum, presentano delle acconciature tipiche di un lontano passato. Questa sensazione di distacco dal reale continua a ripresentarsi dopo pochi cut, quando su uno schermo dell’Asakusa Ekimise compare una ragazzina presentata ed abbigliata attraverso un bizzarro stile ricco di riferimenti alle ere passate. Questa figura femminile possiede molti punti in comune con Sara, la neonata del manga, anche se il personaggio qui raffigurato pare possedere almeno quattro o cinque anni più. Vediamo poi quella che sembra la nostra voce narrante osservare malinconica il suo smartphone per poi dirigersi con un pacco da un negozio di souvenir con tanto di una statua raffigurante un Kappa ad un’altra piccola bottega. Lì ad aspettarlo c’è una bambina, che si direbbe parte della quotidianità del protagonista, dal momento che quest’ultimo assume un atteggiamento annoiato decisamente informale. Successivamente veniamo trasportati dietro ad un Kappa vero e proprio, ma che contrariamente a quelli della tradizione nipponica originale non sembra creare particolari problemi ai passanti, mentre osserva un parco divertimenti anche lui con un pacco tra le braccia. Il filmato si chiude con un’inquadratura dell’intero quartiere dallo Sky Tree.





Ci sono molte domande che possiamo porci in merito a questo breve filmato e la più pressante è senza dubbio la seguente: Abbiamo appena descritto un trailer pre-animato per l’occasione o un montaggio di elementi presenti in qualche episodio della serie televisiva? Possiamo o non possiamo quindi aspettarci un simile compositing con tanto di live action footage? A mio avviso si tratta di un PV realizzato per l’occasione. A sostegno di questa affermazione abbiamo uno storyboard ricco di piccoli movimenti di camera circolari, davvero rari in animazione televisiva ed un primo e la presenza di una guest star d’eccezione: Tao Tajima, un giovane regista attivo soprattutto nel mondo dei video musicali e della pubblicità, completamente nuovo nel settore dell’animazione in toto. Egli si definisce come un “filmaker dalla una visione del mondo in grado di trasformare i paesaggi urbani della vita di tutti giorni attraverso un esperto uso della luce”. Non è impossibile che l’oramai ben definito stile di Tajima sia stato portato avanti da qualche direttore della fotografia o direttore artistico veterano durante la produzione vera e propria in maniera un po’ più contenuta ma la presenza dell’artista, che fino ad ora ha realizzato soltanto brevi video dalla sbalorditiva regia, in qualità di supervisore mi pare improbabile alquanto. Si tratta di due tipologie di lavori completamente diverse ed occuparsi anche solo di 4 ore d’animazione in una simile posizione può impiegare anche più di un anno di lavoro. Ai più idealisti tuttavia posso dire che l’ultimo lavoro pubblico del giovane prodigio è datato 2017, quindi la sua presenza non è tecnicamente impossibile. Per quanto riguarda invece l’utilizzo di fotografie o filmati come sfondo, mi permetto di dire che si tratta di tecniche non certo nuove e sempre più comuni, non certo di una scelta impensabile. In Mahō Tsukai ni Taisetsu na Koto: Natsu no Sora venne utilizzata una simile tecnica senza troppi problemi, sia in termini estetici che produttivi, ben 10 anni fa e durante la stagione appena conclusa abbiamo avuto modo di apprezzare una serie che delle fotografie scattate dal regista ha fatto il proprio marchio di fabbrica quando si parla di fondali: Yama no Susume! Inoltre la slot televisiva di notaminA, pensata soprattutto per gli appassionati di animazione, è certamente tra i migliori luoghi possibili per presentare una scelta estetica di questo tipo.
In merito agli altri membri dello staff del trailer non so dire molto, ahimè. È stata confermata la presenza di Ikuhara, che oltre a mangiare quantità esorbitanti di dolcetti nei negozi di Asakusa si è dedicato al location hunting insieme a Tajima, e quella di Wataru Osakabe in qualità di font designer, esattamente come per Penguindrum e Yurikuma Arashi. Con ogni probabilità la character designer originale Migi non si è dedicata ai design d’animazione, dal momento che non ha alcuna esperienza in questo campo. Lapin Track si sta occupando principalmente dell’organizzazione dello staff freelancer, dal momento che figura solo 7 dipendenti, mentre MAPPA, che con ogni probabilità si è occupata della produzione delle animazioni del trailer, fornisce lo zoccolo duro di animatori e coloristi necessari a portare una produzione televisiva.

Ma cosa significa Sarazanmai esattamente? Vi sono un gran numero di teorie in merito. Secondo alcuni さらざんまい è un termine oramai desueto (o dialettale?) che potremmo tradurre con “estraneo”, deliziosamente in contrasto con il tema dei legami. Va detto anche cercando nei migliori dizionari monolingua non sono riuscito a trovare nulla che possa comprovare tale azzardata affermazione. Secondo altri il titolo nasce dall’unione di サラ( Sara, il nome personaggio che abbiamo trattato in precedenza) e三昧 (zanmai), un suffisso che può indicare appagamento e compiacenza. Gli stessi kanji, letti invece come sanmai invece che zanmai possono indicare il samadhi, uno stato di intensa concentrazione durante la meditazione nella cultura buddhista, oppure più semplicemente essere completamente assorbiti da qualcosa, mettere il proprio cuore in qualche azione (talvolta in questo ultimo caso si legge proprio zanmai). Considerando quest’ultima interpretazione il titolo del manga raggiunge una nuova dimensione di senso: Reo to Manbu: Futari wa Sarazanmai diventa Reo e Mambu: mettiamo il nostro cuore (nell’allevare) Sara. Mi chiedo però come potrebbe legarsi ai temi dell’anime, sempre che questa si tratti dell’ipotesi corretta.
Per concludere vi lascio una piccola informazione in anteprima: una fonte legata alla produzione dell’anime, che preferisce rimanere anonima, mi ha rivelato che il nome della voce narrante del trailer è Yasaka Kazuki (矢逆一稀). Ho chiesto una conferma attraverso qualche foto del materiale ufficiale ma purtroppo questa verifica fin troppo rischiosa per la nostra leaker non è stata ben accolta. Staremo a vedere se quel che dice risulterà vero.
E voi avete notato qualche ulteriore particolare che vi ha colpito nel profondo? Avete notato qualche riferimento che mi è sfuggito? Sono curioso di ottenere un parere da prospettive differenti dalla mia.
[…] dedicati ad ogni protagonista della serie, occorre dire fin da subito che quanto affermato nel primo articolo non ha ricevuto nessun genere di smentita, pertanto potete leggerlo senza preoccuparvi […]
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