Per non dimenticare: Toshiyuki Inoue ricorda Yoshiji Kigami (Intervista)

Ho deciso di aprire una nuova e sentitissima rubrica sul sito dedicata al ruolo storico dei professionisti che hanno perso la vita durante il tragico incendio doloso della Kyoto Animation avvenuto il 18 luglio.

Si intitola “Per non dimenticare” e gli articoli usciranno quando meno ve lo aspettate attraverso un arco di tempo molto lungo che vorrebbe coincidere con l’intero periodo di ricostruzione strutturale dello studio.

Recentemente NHK ha intervistato il leggendario animatore Toshiuki Inoue per testimoniare l’eredità di Yoshiji Kigami, una delle figure simbolo della Kyoani che ha tragicamente perso la vita durante l’incidente proprio mentre era alle prese con la regia del sequel di Baja No Studio. Ho deciso di tradurre in italiano la breve trascrizione riportata sul sito dell’ente pubblico nipponico.

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Tra le vittime dell’incendio alla Kyoto Animation c’era anche Yoshiji Kigami, 61 anni. Era un veterano del settore dell’animazione nipponica che ha preso parte a numerose produzioni, disegnando key animation per i film di Doraemon, per Una tomba per le Lucciole, Akira e molto altro. Quando richiesto ha inoltre dato il suo supporto nel formare i più giovani animatori dello studio.

Toshiyuki Inoue, 58 anni, è stato intervistato da NHK e qui proponiamo la trascrizione delle sue risposte. Ha lavorato assieme a Kigami durante gli anni 80’ ed è anch’egli considerato tra i migliori animatori nipponici.

Quando ha incontrato Kigami per la prima volta?

Anche se non vi ho partecipato personalmente, l’anime Sangokushi (1985) fu diretto da un membro dello studio a cui ero affiliato a quel tempo. In quell’occasione vidi per la prima volta i disegni di Kigami. La sua animazione era audace, vivissima, non si poneva limiti ma al contempo sapeva essere davvero precisa. Rimasi tremendamente sbalordito da quanto velocemente portava a termine i suoi compiti con un ordine ed una delicatezza senza pari. Abbiamo lavorato assieme durante Sangokushi 2 Amakakeru Otoko-tachi, Chironup no Kitsune (1987) ed Akira (1988). Ci siamo ritrovati all’interno della stessa stanza soltanto durante le riunioni di produzione ma rimasi così impressionato dalla qualità dei suoi lavori che cominciai a fantasticare su di lui come il mio eterno rivale, o forse è meglio dire che iniziai a vederlo come il simbolo degli obiettivi artistici che volevo raggiungere.

Che genere di animatore era Kigami?

Prima di entrare nel settore dell’animazione aspiravo a diventare come molti animatori miei idoli ma Kigami è stato il primo concreto obiettivo che mi sono posto una volta divenuto un professionista. Per me diventò il simbolo del vero professionista grazie alle sue abilità nel disegno e alla sua velocità che mi erano impossibili da raggiungere. Ancor oggi, 20 anni dopo, ritengo che ci siano comunque degli aspetti nei quali non sono in grado di eguagliarlo tanto che ogni volta che mi trovo a spostarmi in un nuovo studio mostro agli animatori più giovani tre suoi cut di Chironup no Kitsune. Avranno pure 30 anni, ma credo rappresentino comunque un valente punto di riferimento anche per gli animatori contemporanei.

Ha qualche particolare ricordo che illustri il suo talento o la sua personalità?

Non potevamo parlare tra di noi durante le riunioni, tuttavia sentivo il bisogno di mettermi in comunicazione con lui. Cercai di rintracciarlo durante una proiezione speciale per lo staff ma non lo vidi da nessuna parte. Quando chiesi al regista dove si trovasse mi disse che Kigami non andava mai a quel genere di proiezioni: quello fu davvero uno shock per me! Quel genere di eventi sono un’opportunità per poter comprendere dove il proprio lavoro riesce nei propri intenti e dove fallisce prima che sia disponibile al pubblico, non poter partecipare ad un’anteprima del genere era sempre doloroso per me. Kigami dimostrò la sua fiducia in sé stesso non andandoci, come a dire “No, non ho bisogno nemmeno di dare un giudizio finale”. Almeno, questo fu ciò che percepii.

Che influenza ha avuto Kigami sulla Kyoto Animation e sul mondo dell’animazione in generale?

Fin dai primi anni la professionalità dello staff al quale ho sempre aspirato così come la loro abilità tecnica era davvero impossibile da non notare. Kigami fu colui che insegnò loro ciò che tengo più a cuore: il matrimonio tra abilità e rapidità nel disegno. Credo che il suo insegnamento sia diventato la base culturale dello studio, è ciò che più di ogni altra cosa ritengo facilmente individuabile nei loro lavori. Non sarebbero sicuramente riusciti a produrre le loro opere in altro modo. Oggi, si tende a dare molta più importanza all’abilità di un animatore, la sua rapidità nel disegno viene messa in secondo piano. Il connubio che ho appreso da Kigami un tempo era il lasciapassare di un professionista ma oggi mi sembra di percepire un contesto differente in cui quest’unione non è più apprezzata quanto meriterebbe. Anche per questa ragione vorrei trasmettere l’eredità di Kigami alle future generazioni.

Come ha reagito alla tragedia?

Non riesco a trovare le parole per esprimere come mi sono sentito. 35 persone sono state derubate delle loro preziose vite e molti altri sono rimasti feriti per ragioni terribilmente egoiste. Anche se riuscissi a trovare le parole, esse non basterebbero ad esprimere la mia incredulità, la mia rabbia e la mia tristezza.

Toshiyuki Inoue, animatore e membro della direzione dell’Associazione Animatori e Registi del Giappone (JAniCA). Tra i suoi lavori ricordiamo Akira, Kiki consegne a domicilio, Ghost in the Shell, Paprika, Wolf Children e Sayonara no Asa ni Yakusoku no Hana o Kazarou.

 

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