Shota Umehara: uno sguardo alla carriera

Negli ultimi anni la figura dell’assistente alla produzione (制作進行, seisaku shinkou) è stata ampiamente popolarizzata da Aoi Miyamori, la protagonista di Shirobako: finalmente, dopo decenni di noncuranza irrispettosa, a questa figura essenziale per il completamento delle produzioni animate è riconosciuto il proprio fondamentale ruolo nel seguire la produzione di un episodio dall’inizio alla fine in ogni suo aspetto, trasportando materiali a destra e sinistra coordinandosi con decine di professionisti differenti.

Aoi Miyamori e i suoi colleghi

Questa figura è assolutamente indispensabile, tuttavia, non è spesso associata ad episodi d’altissimo livello qualitativo quanto potrebbe esserlo un noto regista o un gruppo di animatori dagli evidenti attributi stilistici e in effetti, se non per confermare qualche presenza insolita tra i crediti di fine episodio, queste figure non fanno mai la loro apparizione nei discorsi tra sakuga fan.

Eppure esiste una notevole eccezione all’interno di questo panorama: il suo nome è Shota Umehara e da anni il suo nome è divenuto sinonimo di solidità produttiva e ricercata animazione a tal punto da divenire un nume tutelare degli anime televisivi contemporanei, grazie al suo incommensurabile impegno e alla sua sincera passione per il proprio lavoro. Oggi ripercorreremo la sua carriera per celebrare il suo ultimo lavoro: il quinto episodio di Fate/Grand Order Absolute Front Babylonia!

Che ci crediate o no, originariamente il sogno di Umehara non era quello di lavorare nel mondo degli anime ma di diventare un pubblicitario di successo. Crescendo, tuttavia, quel mondo spietato iniziò a fargli sempre più paura, così decise di spostare le sue ambizioni verso la passione che lo aveva accompagnato sin da bambino: l’animazione.

È qualcosa di genetico“, disse una volta ridendo durante un’intervista. Ricorda con affetto anime late night come Last Exile e Uchuu no Stellvia, ma anche serie come Digimon, che registrava la mattina presto per poi guardarla durante le attività del suo club scolastico nel pomeriggio.

L’icona Twitter di Umehara, in cui una bambina piange perché ha esaurito il budget dell’episodio.

Nel 2007, subito dopo la laurea inizia a cercare lavoro e solo a ottobre trova finalmente un posto a Douga Kobo, uno studio che diventerà indissolubilmente legato alla sua figura. Ricorda che durante l’intervista gli fu chiesto quale fosse il suo anime preferito. Rispose risposto con un titolo Ghibli che gli passava per la mente in quel momento, una scelta popolare e decisamente poco rischiosa durante questo tipo di interviste, e nel suo curriculum scrisse che non si sarebbe mai arreso e che non si sarebbe mai licenziato di punto in bianco, fatto purtroppo molto comune tra gli assistenti di produzione a causa del loro colossale carico di lavoro. Sempre in quell’intervista scherza dicendo che dopo 7 anni ha davvero lasciato lo studio, ma non per abbandonare il settore dell’animazione come scopriremo più avanti.

Il suo primo lavoro fu l’undicesimo episodio Shin Koihime Musou ~ Otome Dairan ~, uno sfortunato titolo dello studio ormai dimenticato e poco dopo gli venne chiesto di seguire vari episodi che puntualmente Douga Kobo realizzava per anime di altri studi, incluso l’ottavo di Eppur la città si muove. Inutile dire che ci vorrà del tempo per affinare le sue capacità e costruire una rete di contatti in grado di superare qualsiasi ostacolo. Solo 4 anni dopo il suo debutto lo vedremo brillare con il sesto episodio di Nisemonogatari, in cui inaugura la sua collaborazione con Ryu Nakayama attraverso una delle sequenze più interessanti dell’intera serie, ma soprattutto con l’undicesimo episodio della seconda stagione Yuru Yuri .

Yuru Yuri rappresenta l’inizio dell’età d’oro di Doga Kobo e l’episodio assegnato a Shota Umehara è probabilmente uno dei momenti più divertenti e ben costruiti della stagione: l’ambizioso storyboard del regista di Minami-ke Masahiko Ota, è elegantemente supportato dall’expertise di animatori di alto livello come Masayuki Nonaka ed Enishi Oshima. Va notato che i due erano ancora nomi legati a Dogakobo piuttosto che a Umehara in senso stretto, ma lo aiuteranno anche dopo le sue dimissioni dalla sua posizione nello studio.

Chiaki Nakajima, la character designer di Yuru Yuri, continuerà a essere per lungo tempo un’importante alleata di Umehara e, in generale, uno dei suoi supervisori delle animazioni preferiti con cui lavorare.

Un altro aspetto interessante della partecipazione di Umehara alla seconda stagione di Yuru Yuri è il suo scouting di China, all’epoca ancora sedicenne, per realizzare della key animation nel sesto episodio. Sebbene oggi sia diventata pratica comune trovare giovani animatori senza precedenti esperienze lavorative su Internet e dare loro un incarico di lavoro in remoto sul momento, era ancora molto raro dare tutta quella fiducia a un completo sconosciuto, per di più ancora ancora in età scolare e residente in una città lontana.

Sebbene le prima gif di China fossero decisamente acerbe rispetto a ciò che sarebbe riuscito a realizzare anche solo uno o due anni dopo, Umehara fu il primo a notare la peculiare abilità con cui il giovane artista descriveva la vita quotidiana e le vivide sensazioni dei suoi personaggi. Ma China non rappresenta l’unica figura scoperta dall’assistente di produzione durante Yuru Yuri.

Poco dopo l’assistente di produzione partecipa a GJ Club e Love Lab, nello specifico supervisionando gli episodi 3 e 8 del primo e gli episodi 1, 3, 5 e 12 del secondo. Una delle stelle di queste due opere è l’animatore Ryosuke Nishii che Umehara aveva contattato personalmente per alcune scene la seconda serie di Yuru Yuri dopo aver visto i suoi cortometraggi animati indipendenti. Prima di allora Nishii non aveva mai prodotto della key animation e non aveva nemmeno una posizione da inbetweener ma Umehara decise nonostante tutto di fidarsi di lui e in un anno Nishii passò dall’essere un totale signor nessuno a uno dei de facto main animator di Love Lab nel quale realizzò ogni tipo di sequenza, dalle più cartoonesche a quelle dalla messa in scena più realistica.

Nel corso degli anni, Nishii è cresciuto come artista a tal punto da venire selezionato per realizzare una lunga sequenza nel film Mirai di Mamoru Hosoda e diversi “solo episode” in cui è stato l’unico key animator creditato.

Sebbene il GJ Club sia senza dubbio una serie che venne”sacrificata” dal punto di vista della produzione in nome del successo di Love Lab, l’ottavo episodio rimane davvero solido grazie alla presenza del solito Masayuki Nonaka ma anche grazie a Hirofumi Okita, Hiromitsu Seki, Yuuki Watanabe e ovviamente Ryosuke Nishii. Al contrario, la seconda serie TV citata è forse l’apice della sperimentazione in casa Douga Kobo sul versante delle animazioni e più che di un paragrafo in questo articolo l’anime avrebbe bisogno di un proprio pezzo dedicato.

Sebbene Love Lab sia stato realizzato principalmente da contatti storici dello studio come Masayuki Nonaka, Ryuusuke Nishii, Enishi Oshima e Yuuki Watanabe, e Yuusuke Matsuo Umehara si attivò personalmente per assegnare alcune brevi scene dal primo episodio a Megumi Kouno, già notissima nell’ambiente per le sue straordinarie scene di danza di The Idol@ster.

Mikakunin de Shinkoukei rappresenta un’interessante parentesi nella carriera di Umehara per due motivi: prima di tutto passa per la prima volta dal gestire singoli episodi come assistente di produzione al coordinamento dell’intera produzione a livello generale come production manager (制作デスク, seisaku desuku) e per il la prima volta si occupa anche di un ruolo creativo partecipando al processo di produzione della sigla di testa. Il suo compito era quello di realizzare semplici disegni che sarebbero stati utilizzati come base dal regista Yoshiyuki Fujiwara per realizzare lo storyboard definitivo. Tuttavia, la coreografia del risultato finale differisce completamente dall’idea di Umehara e da allora, sfortunatamente, il produttore non si è più addentrato in ruoli simili.

Dopo Mikakunin lavora come assistente di produzione production manager a Plastic Memories, una serie in cui giovani animatori come China, Masami Mori e Ken Yamamoto partecipano al fianco della vecchia guardia e subito dopo si ritrova tra le mani il suo primo, e fino ad oggi unico, incarico come animation producer (アニメーションプロデューサー, è solo la traslitterazione giapponese del termine inglese), nella serie Sansha Sanyou, che in un certo senso chiude in bellezza nell’età d’oro dello studio.

La più grande differenza tra il ruolo di production manager e quello del animation producer sta nel fatto che il primo si concentra principalmente sulla supervisione, direzione degli assistenti di produzione e gestione delle risorse della serie, mentre il secondo si occupa di reclutare staff chiave per la serie in senso ampio. Ciò non significa, tuttavia, che un production manager non possa trovarsi a reclutare animatori proprio come farebbe un animation producer.

All’interno di quest’ultima energica serie nichijoukei risiedono i più riusciti lavori di animatori già maturi come Akira Hamaguchi, Hirofumi Okita ed Enishi Oshima, ma essa diviene anche l’occasione per far brillare nuovi talenti come Hayate Nakamura e Yuki Sato. Eppure sembra che Umehara non sia completamente soddisfatto del proprio operato, dato che da allora non si è più dedicato a ruoli estensivi ma solo alla produzione di singoli episodi e pare combattuto all’idea di rivivere un’esperienza simile.

Dopo Sansha Sanyou Umehara si dedica come assistente di produzione a Himoto Umaru chan e Touken Ranbu Hanamaru. Queste due serie rappresentano sicuramente un calo qualitativo rispetto alle precedenti e, sfortunatamente per Douga Kobo, sono state anche le ultime a cui Umehara partecipa. Annuncia infatti su Twitter che lascerà lo studio per lavorare ad The Idol@ster side M, serie realizzata da quella porzione di A1 Pictures che sarebbe poi divenuta la moderna Cloverworks.

La ragione di questo cambio di studio è essenzialmente dovuta alla sua ammirazione e alla sua fedeltà nei confronti dell’animation producer di A1 Pictures Yuichi Fukushima, incontrato anni prima da Umehara grazie all’animatore Yuusuke Matsuo. Quest’ultimo consigliò durante la produzione della seconda serie di Yuru Yuri di seguire Fukushima su Twitter, che rapidamente contraccambiò il follow. Umehara chiese a Fukushima di mangiare qualcosa con lui e si organizzarono per incontrarsi in un ristorante Yakiniku a Higashinakano, dove si videro per la prima volta faccia a faccia.

Rimase colpito dalla sua personalità a tal punto che il giorno dopo chiese ai suoi superiori alla Douga Kobo se era possibile lavorare per la A1 Pictures di Fukushima. Era davvero entusiasta perché considerava Fukushima una persona molto simile a lui ma allo stesso tempo decisamente più competente nel suo ambito. Citando le sue stesse parole, il suo desiderio era “vedere come persone speciali fanno il mio stesso lavoro e quanto sono diverse da me”.

Presto diventarono amici e iniziarono a scriversi frequentemente per scambiarsi opinioni sugli anime e le serie TV che vedevano. Più tardi, durante gli anni di Cloverworks, questa corrispondenza si concretizzerà nella creazione del blog “Anime seisaku koukan nisshi” in cui i due si scambiano lettere virtuali in cui discutono delle loro esperienze lavorative e del loro modo di pensare. Se conoscete un po’ di giapponese ve ne consiglio vivamente la lettura, è molto interessante per poter comprendere la mentalità che c’è dietro certe scelte di produzione.

Prima di The Idolm@ster si era in realtà occupato sotto circostanze tutt’ora misteriose di Eromanga Sensei # 08, uno degli episodi più impressionanti di una serie già di per sé ricchissima di talenti. Shin Wakabayashi, regista di episodi e storyboarder, era già un suo importante contatto lavorativo dal periodo di Sansha Sanyo mentre il supervisore all’animazione Maiko Kobayashi, che all’epoca non conosceva ancora così bene, diventerà un’importante alleata di Umehara come sarà possibile notare nel episodio di Fate Grand Order e nei video promozionali delle 22/7.

L’episodio è un’elegante unione degli stilemi della più solida A1 Pictures con quelli dell’età d’oro di Douga Kobo grazie alla presenza di Masayuki Nonaka, Hirofumi Okita, Hidenori Makino e Kanako Yoshida. Ha rappresentato anche una riunione con l’amata character designer di Yuru Yuri, Chiaki Nakajima, la quale ha lavorato a stretto contatto con Umehara fin dal suo episodio di Eppur la città si muove.

In questo episodio abbiamo anche la testimonianza di un’interessante interferenza creativa dell’assistente di produzione: Umehara ha negoziato personalmente con il regista Takeshita quali parti dello storyboard correggere per dare al particolare ritmo registico di Wakabayashi lo spazio all’interno dell’episodio. Fortunatamente, Takeshita accettò senza troppe trattative di non toccare una scena particolare che sia l’assistente di produzione che il regista dell’episodio amavano profondamente.

Un evento simile si ripresenta anche con la produzione del decimo episodio di Saekano Flat, in cui i soliti Okita e Nonaka sono accompagnati da Jin Oyama e Takumi Sunakohara. Sul blog gestito insieme a Fukushima, Umehara ha ampiamente elogiato le capacità di Oyama in un titolo più recente, quindi non sembra affatto improbabile che egli diventi una comparsa regolare nei futuri episodi dell’assistente di produzione ora che sfortunatamente alcuni dei suoi contatti della Dogakobo come Nonaka e Oshima potrebbero essere troppo impegnati con i progetti dello studio Bibury.

Il suo sostegno ai progetti di Fukushima continua con Darling in FranXX e The Promised Neverland, rispettivamente negli episodi 5, 7 e 22 del primo e nell’apertura del secondo. Sebbene l’episodio 7 non sia ricolmo di sequenze d’azione come molte altre puntate, si distingue per le lunghe scene di recitazione d’alto livello che forniscono ai personaggi una maggiore tridimensionalità e forza empatica, elementi spesso assenti nel resto della serie, grazie all’abilità di Hayate Nakamura, Akira Hamaguchi, Keisuke Kobayashi, Takumi Sunakohara, Yuki Yonemori e Kazutaka Sugiyama. Sugiyama ha anche collaborato alla sigla di testa di Neverland insieme a un ispirato Ken Yamamoto che si ricongiunge finalmente con l’assistente di produzione tanti anni dopo Plastic Memories.

Nonostante gli episodi 5 e 22 appaiano come produzioni meno impressionanti rispetto alla settima puntata, presentano comunque un’attenzione particolare alla recitazione del personaggi, basti pensare alla curatissima scena realizzata da Toshikuni Ono, un fidato animatore proveniente Sansha Sanyou, che arricchisce di sentimento il climax della storia.

Dopo Eromanga Sensei e Sansha Sanyou, il rapporto con Wakabayashi si intensifica profondamente con la loro collaborazione nella creazione di un video promozionale per il libro Boku robot no goshi no kimi koi wo suru e poi con la realizzazione di PV animati per il gruppo di Idol virtuali 22/7, al punto che tra i nuovi obiettivi dell’assistente di produzione ora c’è anche “aiutare Wakabayashi a diventare un regista di film anime prima dei suoi quarant’anni“.

La passione di Umehara per le 22/7 non è poi così sorprendente: vorrei ricordare che originariamente il suo sogno era diventare un grande pubblicitario e Akimoto, il produttore del gruppo 22/7 è estremamente conosciuto in Giappone per essere l’uomo che ha guidato il gruppo di idol AKB48 a picchi di successo mai visti prima a tal punto da aver scritto libri e articoli sull’argomento che Umehara aveva persino letto. Inoltre, i design originali dei personaggi originali sono stati realizzati da Yukiko Horiguchi, una delle character designer da lui più ammirate fin dal suo periodo alla Douga Kobo.

alcuni dei bozzetti dei personaggi realizzati da Yukiko Horiguchi

Consiglio vivamente la visione di questi PV teneri e ricchi di atmosfera, oltre a Jin Aoyama e Maiko Kobayashi siamo deliziati dalla presenza di un incredibile Keisuke Kobayashi in una delle sue sequenze più strabilianti. Durante la produzione incontra anche Yuta Yamazaki, che dopo aver diretto il sesto e l’ottavo segmento promozionale verrà scelto come regista del suo episodio Fate / Grand Order.

Non sappiamo cosa il futuro riservi per Umehara ma ad oggi sembra abbastanza felice lavorare presso Cloverworks, al punto che ha descritto l’azienda come “uno studio in cui (dal punto di vista della produzione) si possono realizzare cose che in altri studi sono semplicemente impensabili, inoltre agli altri produttori e gli assistenti di produzione hanno davvero talento, al punto che farebbero un ottimo anche senza Fukushima “.

Fukushima, d’altra parte, ha aspettative molto alte nei suoi riguardi, tanto che secondo lui Umehara potrebbe persino diventare la figura principale dello studio in futuro. Considerando che tra i suoi sogni c’era quello di partecipare a un film prima dei trent’anni, non mi sorprenderebbe vederlo annunciare il suo primo film come produttore.

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