Sarazanmai, alcune considerazioni [parte 2]

Manca meno di un mese alla messa in onda del primo episodio di Sarazanmai su Fuji TV e, per quanto durante l’uscita dei diversi trailer dedicati ai personaggi qui sul sito si è parlato di tutt’altro, non mi sono dimenticato di dedicare alla serie una certa attenzione, leggendo tutte le interviste e tutte le illazioni che ho trovato pubblicate in merito.

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Prima di cominciare da dove eravamo rimasti, ovvero ai teaser dedicati ad ogni protagonista della serie, occorre dire fin da subito che quanto affermato nel primo articolo non ha ricevuto nessun genere di smentita, pertanto potete leggerlo senza preoccuparvi dell’obsolescenza dei suoi contenuti.

Nel secondo teaser Toi Kuji, doppiato da Koki Uchiyama, contesta così le parole di Kazuki, protagonista della precedente pubblicità:

“In questa città, quel che scompare viene facilmente dimenticato. Negozi, edifici, persone…ciò che è vecchio viene sostituito dal nuovo senza che nessuno batta ciglia. Non credo nelle interconnessioni.”

Questa mancanza di fiducia nel prossimo da parte di Toui viene rappresentata all’interno del video dalla quasi totale assenza dalle rappresentazioni simboliche della folla che invece apparivano continuamente nell’episodio dedicato a Kazuki. Sembra quasi che la notte dell’Asakusa immaginaria sia così spaventosa da dissuadere ogni individuo benintenzionato dallo spostarsi da un luogo all’altro.

Il ragazzo dai capelli scuri, infatti, nasconde il suo viso e porta con sé un oggetto scintillante che potrebbe facilmente fungere da arma improvvisata, come un lungo coltello o una mazza. Acuni fan sospettano che il personaggio possa essere collegato alla figura di Seito Sakakibara, un giovane della sua stessa età che nel 1997 uccise brutalmente due studenti delle elementari per divertimento e che schernì la polizia con delle lettere anonime. Nella seconda di queste lettere, a detta dell’opinione pubblica fin troppo sofisticata per ragazzino di 14 anni, l’autore rimuginava sull’essere divenuto una 透明な存在 (Toumeina sonzai, letteralmente “esistenza trasparente”, da notare la condivisione della stessa radice con il nome del personaggio) a causa dell’intervento “industriale” istituzioni scolastiche. Non è ancora chiaro chi scrisse quel testo disperato e straziante, quel che è certo è che colpì profondamente Ikuhara, che lo citò in più occasioni.

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Il simbolo che abbiamo interpretato la scorsa volta come un 69 alla luce di questa nuova interpretazione potrebbe identificare invece una coppia formata da un vivo e da un morto, appena assassinato.

Infatti, chi ha seguito Mawaru Penguindrum in lingua originale forse si ricorderà che anche in quella serie vi era un riferimento peculiare all’espressione 透明な存在: in Penguindrum esisteva “il luogo dove i bambini non desiderati vengono resi esistenze invisibili” (「いらない子供」を集めて「透明な存在にする」場所). Come ben sappiamo Kunihiko Ikuhara è solito riutilizzare le influenze che lo hanno stuzzicato maggiormente più e più volte, basti pensare a come sia Utena che Mawaru siano costellati di riferimenti a Ginga Tetsudou No Yoru e come il Demian di Hesse a suo stesso avviso lo abbia influenzato profondamente il suo intero opus creativo, per cui ritengo che il ritorno delle esistenze invisibili, magari da una prospettiva inversa rispetto all’anime del 2011, sia alquanto plausibile. Se l’idea fu sviluppata attraverso una prospettiva decisamente legata al sentire comune, alla collettività, magari col personaggio di Toui, solo e diffidente dal legarsi agli altri, il regista intende analizzarla da una prospettiva più soggettiva ed individuale.

Sempre in riferimento a Toui è importante dire che il 7 marzo è stato ufficialmente annunciata la presenza di un nuovo personaggio, suo fratello Chikai. Di lui sappiamo soltanto che vive di illegalità, è costantemente in pericolo di vita e vive lontano dal fratello minore. Pare quasi evidente che la visione del mondo del ragazzino sia stata fortemente influenzata da questa figura immersa nella violenza, severa ma al contempo sfuggente.

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Nel terzo video Enta rilancia il desiderio di Kazuki:

Io ci credo! I nostri legami non si rompono così facilmente. Sono sicuro che riusciremo a connetterci ancora una volta.

Anche se in solitudine come Toui, Enta brilla quasi di luce propria grazie alle riprese mattutine. Appare come una figura molto più propositiva e concentrata sui propri risultati, anche se forse un po’ troppo ingenua per via del rotondeggiante design del viso. Quel che però davvero importa è che finalmente possediamo qualche conferma sulla relazione che intercorre tra i tre protagonisti più giovani: Kazuki, Toui ed Enta erano contraddistinti da una qualche forma di legame, di relazione, che però si è andata a spezzare. Dopo questa rottura Kazuki sembra essere diventato titubante nei confronti del prossimo, Toui pare aver detto proprio addio alle relazioni con gli altri mentre il protagonista di questo teaser non ha affatto perso la speranza.

Nelle due settimane successive facciamo finalmente la conoscenza delle controparti animate di Reo e Mabu, gli unici personaggi che abbiamo imparato a conoscere un minimo grazie allo spin-off a fumetti del quale sono protagonisti.

Reo: “Quanto umorismo negli uomini, si appiccicano a legami così fragili. Dare troppe cose per scontate è pericoloso.”

Mabu: “Nessun inizio, nessuna fine. O voi, incapaci di connettervi, fateci aprire la porta. Che si tratti di amore, oppure di desiderio?

All’interno dei teaser Reo viene associato al giorno mentre Mabu pare avere un legame con la notte. Ritengo che questo accostamento non voglia presupporre due antitetici ruoli narrativi quanto desideri semplicemente esplorare differenti aspetti del fascino di Asakusa così come indicare le loro opposte personalità. Per quanto le divergenze col fumetto non sarebbero affatto una novità nelle opere di Ikuni i due poliziotti sembrano conoscersi abbastanza bene da poter agire come un’unica unità nonostante le molteplici differenze di carattere, il che fa presupporre una sorta di ruolo unico, almeno nella prima fase del racconto.

“Almeno nella prima fase del racconto”  appare come una possibile una chiave di volta dopo aver ascoltato le parole di Reo, che come vedremo poi assumeranno un ulteriore valore dopo le dichiarazioni di Mamoru Miyano che gli presta la voce. Il messaggio di Mabu fa supporre un ruolo simile a quello della principessa del cristallo in Mawaru Penguindrum o del tribunale dell’estinzione in Yurikuma Arashi. Eppure una simile funzione narrativa potrebbe semplicemente dissuadere lo spettatore dal loro vero obiettivo, da ciò che desiderano realmente. A questo punto, non è impossibile che l’ultima frase del poliziotto con gli occhiali possa riferirsi ai due protagonisti adulti e non ai giovani tramutati in kappa.

Qualcosa di misterioso comunque continua a permeare questi due uomini, che non sembrano essere invecchiati di un giorno rispetto alle loro avventure nel fumetto. Come abbiamo potuto constatare fin dal primissimo teaser dedicato ai personaggi, la loro figlia adottiva Sara è diventata giovane ragazza del mondo dello spettacolo, per cui si presume che siano passati almeno dodici o tredici anni dall’incipit della loro side-story non ancora conclusa. La loro pelle poi è fondamentalmente diversa da quella delle loro controparti a fumetti, è più chiara, grigiastra, non troppo diversa da quella degli zombie.

Non voglio arrivare ad affermare che gli zombie da cui i giovani protagonisti dovranno riottenere le shirikodama perdute siano proprio Reo e Mabu, anche perché un personaggio con la parola zombie nel proprio nome è stato recentemente annunciato, ma non mi stupirebbe la presenza di figure simili a quella di Sanetoshi Watase di Mawaru Penguindrum, provenienti da un reame differente da quelli dei vivi.

Alla fine del dell’ultimo teaser dedicato ai personaggi incontriamo anche Keppi il Kappa, che ripete parte di quanto detto nei primissimi teaser ricchi di simboli sibilando “il desiderio è la tua forza vitale”. Se ne sta beato su un corrimano stradale, forse i passanti non lo vedono oppure non si curano di lui. In merito a quest’ultima ipotesi è fondamentale notare come in questa Asakusa di finzione vi siano molti precedenti per la presenza di un setting fantastico o semi-ucronico di cui tutti sono a conoscenza: i passanti presentano delle acconciature che richiamano un passato sicuramente precedente all’era Showa, All’interno dello spot pubblicitario di Sara sono presenti molti riferimenti estetici all’ukiyo-e, le finte sopracciglia (dette引眉, hikimayu)  ed il trucco della ragazza citano senza mezzi termini la rappresentazione stereotipica delle donne kuge negli anime e nei manga.

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Rassegna stampa dell’evento AGF 2018

L’11 novembre 2018 il regista ed il doppiatore di Keppi Junichi Suwabe hanno tenuto una piccola conferenza stampa all’Animate Girl Festival, un evento dedicato agli otomedia organizzato dalla nota catena di negozi a tema anime, in cui hanno introdotto i temi della serie e svelato qualche retroscena. Successivamente anche gli altri doppiatori hanno fatto la loro comparsa virtuale per promozionare la serie.  Le riviste online Pash+ e Comic Natalie hanno fatto due riassunti abbastanza differenti dell’evento, così ho deciso di tradurre i punti salienti di entrambi.

Pash+

Riguardo a Saranzanmai

Ikuhara: Da molto tempo volevo dedicarmi ad una storia con protagonisti dei ragazzi. Inoltre, nel folklore nipponico ci sono tantissime storie relative ai Kappa, eppure nessuno ne ha mai visto uno. Per questo vorrei proprio dire che i kappa che appariranno su Sarazanmai sono quelli veri! (ride). La shirikodama è una parte importante del folklore dedicato ai Kappa e sarà uno dei motif principali della serie. Sì, ci sono un sacco di anime che presentano youkai in mille modi deversi. Ma se devo essere sincero, tutti quegli anime sono robaccia per bambini: questa serie sarà una vera storia di youkai per adulti!

L’ambientazione di Asakusa

Ikuhara: Sono partito dall’idea di realizzare una storia dedicata ai Kappa e solo dopo, studiando le varie fonti che narrano dei Kappa, ho deciso di ambientarla ad Asakusa. Ho pensato che, proprio perché è un luogo dove vecchio e nuovo si uniscono, sicuramente ci sarebbero potuti essere dei Kappa ad Asakusa. Il fiume Sumida scorre proprio lì ed è un luogo che brulica di vita, così ho deciso di ambientare in questo quartiere la storia di un gruppo di ragazzi che si legano tra di loro.

Il tema delle “connessioni”.

Ikuhara: Viviamo in un’epoca in cui, grazie ai nostri smartphone e ai social media, connettersi con gli altri è un’attività quotidiana. Così ho voluto chiedermi: “Cosa significa tutto questo? Per quale ragione avere a che fare con tutte queste connessioni?”

Queste domande sono il cuore tematico della serie, volevo avventurarmi nel conflittuale groviglio di emozioni che si provano quando si desidera una connessione con qualcuno ma al contempo tale connessione ci porta dolore. Se si mantiene una tale connessione, in che direzione va quella relazione? Cosa succede alle connessioni che vengono recise? Abbiamo davvero bisogno di legarci agli altri?

In riferimento alle sessioni di doppiaggio

Suwabe: Il doppiaggio della serie si è appena concluso, il regista ha reso ogni sessione davvero amorevole e calorosa chiacchierando con noi prima di ogni inizio ufficiale. Esprime efficacemente il risultato fondamentale che desidera da noi e ci istruisce sul tema di ogni episodio. Ad essere sincero al 100% con voi, devo proprio dire che Ikuhara è davvero un tizio unico nel suo genere (ride). Ogni volta che poggiamo gli occhi sulla sceneggiatura la nostra testa si riempie di mille domande ma lui si prende sempre il tempo di spiegarci ogni cosa nel dettaglio. Ovviamente, se fosse arrivato in ritardo anche solo una volta ci saremmo messi le mani nei capelli non capendo proprio come recitare le nostre battute, un po’ come se Ikuni fosse stato il centro del mondo all’interno dello studio. Una volta conclusa la sua spiegazione, riusciamo sempre a focalizzarci sugli aspetti preponderanti e partiamo.

Comic Natalie

Sullo schermo parte un videomessaggio contenente le voci di Kazuki, Toui ed Enta, doppiati rispettivamente da Murase, Uchiyama ed Horie. “Il regista è davvero particolareggiato nel descrivere certe cose. Per esempio, ha spiegato dettagli davvero specifici durante la scena in cui le shirikodama vengono rimosse. Ci ha chiesto di aggiungere una certa percentuale di dolore, una certa percentuale di imbarazzo, un pizzico di piacere. Ha persino recitato la scena davanti a noi…” commenta Murase. “Viviamo in una società in cui è facile connettersi l’un l’altro attraverso i social media, e questa serie vi farà riflettere se queste connessioni siano reali oppure no”. Uchiyama ammette di essere ancora incuriosito dalla serie: “spero che tutti siano in trepidante attesa per la serie, io stesso non riesco a figurarmi come appariranno certi aspetti del prodotto finito”. Horie conclude dicendo che “sono tipo di persona che usa beatamente Twitter senza curarsi troppo dei legami e del suo funzionamento” e che “se qualcuno tra gli spettatori dell’evento si comporta come me, spero proprio che guardi la serie”.

Questo aspetto relativo al mondo di internet, curiosamente, non è mai stato trattato ampiamente nei teaser e nemmeno nel recentemente uscito trailer, che presumibilmente sarà il materiale promozionale definitivo della serie. Non mi stupirebbe se di questa tematica venissero sviluppate semplicemente le conseguenze più emotive, senza un’analisi strutturale sulle odierne strutture della rete. Ad ogni modo, è confermato che Kazuki, Reo e Mabu possiedono uno smartphone.

Arrivati a questo punto, forse sarebbe bene spiegare cosa siano queste shirikodama e che tipo di relazione potrebbero avere con il genere Boys Love: questi oggetti mitici dovrebbero trovarsi all’interno delle interiora degli esseri umani e dovrebbe dimorarvi al suo interno la forza vitale dell’individuo che la custodisce. I kappa ne sono ghiotti e per questo cercano di succhiarla via dall’ano dei malcapitati attraverso una poderosa aspirazione. Contrariamente a quanto avviene nella serie però, nel folklore chi perde la propria shirikodama non si trasforma a sua volta in kappa ma si limita a perire rapidamente. Keppi, come abbiamo visto, ripete che “il desiderio è la propria forza vitale” quindi potremmo trasformare il periodo dicendo che perdere la propria shirikodama possa simboleggiare anche il perdere il proprio desiderio o che in mancanza della forza vitale che risiede nella shirikodama non si possa che fare affidamento sul desiderio. Ad ogni modo, in questa riproposizione del folklore l’ano, che contiene la shirikodama, sembra fortemente interconnesso col desiderio. A proposito di furti di sfere contenute nelle interiora umane, una parola che mai è stata citata nei trailer ma che fa continuamente la sua apparizione nei gli sfondi del fumetto è 搾取 (sakushu), che potremmo tradurre con sfruttamento, o appropriazione indebita.

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La conclusione del doppiaggio della serie è stata confermata anche dallo studio d’animazione Lapintrack il giorno stesso. Francamente sono dubbioso nel considerare l’annuncio a pieno titolo un sinonimo di una larga tabella di marcia che rispetta pienamente i propri obiettivi, soprattutto per via del commento di Uchiyama. A mio avviso la sua grande curiosità e la quasi totale mancanza di notizie da parte della chief animation supervisor Kayoko Ishikawa potrebbe implicare un doppiaggio portato avanti durante le primissime fasi d’animazione oppure addirittura l’uso più o meno intenso del cosiddetto puresuko, o prescore, pipeline produttiva in cui i personaggi vengono doppiati prima del processo d’animazione in modo tale che gli animatori possano pianificare i loro movimenti in base alla performance dei doppiatori. Per quanto nel trailer non abbia notato particolari elementi critici, non sono riuscito nemmeno a percepire una supervisione dei disegni degna di anime come Mob Psycho, Yama no Susume o Tsurune, per citare esempi recenti. Senza usufruire di informazioni fornite da insiders, inserirei la schedule produttiva della serie nel gruppo degli anime che difficilmente una cancrena produttiva prima degli ultimi episodi della serie ma che non può nemmeno permettersi continui e ripetuti episodi ricchi di animazione dettagliata ed altissimi momenti di recitazione animata. Questi ultimi saranno sicuramente presenti ma in maniera più limitata e magari sotto forma di “animation bank”(ovvero quelle animazioni che vengono riciclate da episodio in episodio, come le trasformazioni delle maghette o l’assemblaggio di un robot), una tecnica produttiva molto amata dal regista.

L’intervista di Otomedia a Teruko Utsumi

Il numero di marzo 2019 della rivista Otomedia, dedicata ad anime, manga e visual novel per ragazze ha intervistato la sceneggiatrice principale della serie, che ha assistito Ikuni alla scrittura della serie. L’intervistatrice si focalizza principalmente su Reo e Mabu, ai quali è stata dedicata una grande illustrazione. È importante chiarire subito che è una tradizione della rivista fare domande quali “cosa piace ai protagonisti?” “qual è il loro cibo preferito?” oppure “cosa occorre fare per conquistarli?” quasi ad inquadrare gli ikemen dei nuovi anime all’interno di un normale otome game. Una traduzione completa richiederebbe un articolo a parte, così ho deciso come per i precedenti articoli di fare un piccolo riassunto dei punti salienti.

Utsumi: Lavorare con Ikuhara è davvero complesso e stancante. Quando ho accettato di fargli da coautore, non avevo minimamente idea che me ne sarebbero successe di tutti i colori (ride).

Utsumi: Non posso davvero parlare nello specifico di Reo e Mabu oltre i loro connotati più superficiali. Devono rimanere un mistero per gli spettatori, almeno per ora.

Utsumi: Sì, Reo è sicuramente il “figo” dei due. Lo abbiamo scritto a quel modo.

Utsumi: Uno degli elementi su cui si focalizzerà la regia è la cucina, ma anche le scene in cui i personaggi mangeranno tutti insieme possederanno una particolare importanza.

Otomedia: Che genere di preferenze hanno Reo e Mabu? Cosa invece detestano?

Utsumi: Non posso dare una risposta così diretta. Le cose in cui non sono bravi e ciò che non apprezzano verranno rivelate durante la serie ma non credo che abbiano delle vere e proprie preferenze così ben definite. Quel che amano, quel che per loro è davvero importante, si tramuta in una grande fonte di debolezza. Eppure, non possono lasciare andare quella fonte di debolezza così facilmente. E non è qualcosa che riguarda solo loro, ma anche gli altri personaggi.

Gli sviluppi del fumetto dedicato a Reo e Mabu.

Visto che tanto abbiamo parlato dei due poliziotti, pensavo che potesse essere interessante parlare un po’ dei capitoli usciti del manga dedicato ai due misteriosi personaggi. Chiaramente, se non volete leggere spoiler sul fumetto saltate a piè pari questa sezione, per quanto possa dirvi fin da subito che non sono presenti rivelazioni così eclatanti. L’intento di questo trafiletto è più che altro quello di darvi un’idea del genere di avventure che vivono i due colleghi e di quali siano i temi ricorrenti della loro storia.

Il fumetto si apre con Reo e Mabu che, sotto indicazione di un ragazzino, investigano su uno strano piatto di pancake trovato tutto intero su di un’area pedonale. Compiendo delle ricerche sul possibile significato di quell’oggetto trovano una sorta di largo vassoio sul quale poggia una neonata. L’unica cosa che sa dire è でいっしゅ (disshu) che, come fanno notare gli stessi personaggi, ricorda vagamente la parola dish (piatto, portata).

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Reo decide di chiamarla Sara, poiché è stata trovata su di un piatto (皿, sara).

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Da lì in poi i due neo-papà improvvisati si ritrovano a sgominare un piccolo numero di criminali minori che, quasi per magia, quando vedono Sara si pentono delle loro azioni e si consegnano alla polizia.

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Nel terzo capitolo, ambientato in piena estate, la coppia di poliziotti soffre a causa di dell’assenza di un condizionatore nel loro ufficio. Mezzi morti dal caldo partecipano ad una lotteria che straordinariamente vincono! Il primo premio consiste in un viaggio pagato a Las Vegas ma per via degli impegni al lavoro non possono accettarlo. Decidono così di regalarlo ad una coppia di anziani che, vista la loro generosità, paga per il tanto agognato condizionatore.

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Il quarto capitolo è dedicato tutto a Mabu, che vuole imparare a cucinare i ningyouyaki. Il giovane uomo sembra davvero ossessionato dall’idea di cucinare questo piatto, tanto che le sue reazioni d’imbarazzo ma al contempo di determinazione finiscono per lasciare da parte Sara, che viene continuamente tagliata dalle vignette.

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Nel quinto capitolo Reo e Mabu cominciano ad affrontare le prime difficoltà genitoriali e risolvono un nuovo mistero dedicato, nuovamente, a piatti lasciati misteriosamente in mezzo ad una strada.

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Nel sesto episodio i poliziotti incontrano un ragazzino che pare voglia suicidarsi buttandosi da un ponte. In realtà, stava semplicemente cercando di recuperare il suo cappellino caduto nel fiume Sumida. Scopriamo presto che il giovane è scappato di casa dopo una crisi dovuta alla pressione sociale provata nel cercare di prepararsi degli esami d’ammissione. Dopo aver interagito con Sara, il ragazzo afferma che quella bambina deve essere molto amata dai suoi nuovi genitori. Mabu chiede allora se lo studente fuggitivo non si senta amato ma il ragazzino gli risponde che non è così ed il cappello che ha appena perduto era l’unico regalo che la sua povera madre gli abbia mai fatto in vita sua.

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Non è stato pubblicato nessun annuncio ufficiale sulla durata del fumetto ma si suppone che finirà, come nel caso del manga di Yurikuma Arashi, col superare di gran lunga il periodo di trasmissione della sua controparte animata.

L’account Twitter dedicato alle attività di Reo e Mabu

Non saprei spiegare il significato di questa operazione da parte dello staff, sembra quasi che *qualcuno* si diverta ad impersonare temporaneamente i due personaggi durante le proprie giornate ad Asakusa spargendo falsi indizi sulle loro attività. Se siete comunque curiosi di vedere come si diverte il nostro mangione preferito nel suo tempo libero questo è il profilo.

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Reo si appresta a gustare del vino…almeno credo che si tratti di Reo.

I commenti dei doppiatori su PASH

PASH, la rivista gemella del sito web PASH+ di cui abbiamo parlato prima, ha dedicato un breve articolo ai doppiatori di Sarazanmai nella sua edizione di marzo, in cui questi ultimi hanno rilasciato un breve commento sulla serie. Dal momento che era molto breve, ho deciso di tradurlo interamente.

Ayumu Murase (Kazuki): Credo proprio che la prospettiva (tematica?) della serie sia difficile da concepire fin dal primo episodio, ma vi prometto che sarà una storia davvero interessante. Spero davvero che possiate apprezzare Sarazanmai, un portale diretto al cuore del mondo di Ikuhara!

Koki Uchiyama (Toui): Come è proprio di una serie originale, sarà complesso predire cosa avverrà in ogni episodio successivo, ma spero possiate apprezzare gli elementi interessanti che continueranno a venire presentati uno dopo l’altro e ed i peculiari stratagemmi registici.

Shun Horie (Enta): Non vedo l’ora di vedere gli esplosivi sviluppi settimana dopo settimana. Vi consiglio di tenere d’occhio come si evolveranno le relazioni tra i personaggi, perché ciò darà degli indizi sullo sviluppo della trama.

FAR: In questo caso, per come lo ha formulato, credo che Horie faccia riferimento al fatto che il climax della serie comporterà una particolare scelta da uno o più personaggi e che tale decisione sarà apparentemente inaspettata ma fortemente motivata ed influenzata dai legami che si andranno ad instaurare o ad interrompere durante la serie.

Mamoru “la scimmietta” Miyano (Reo): Le relazioni che intercorrono tra i ragazzi sono molto più incasinate di quel che potete immaginare (ride). Reo finirà col combinare cose che credo proprio non riuscirete a prevedere basandovi sulle informazioni promozionali che avete in possesso ora. Divertitevi a vedere le vostre aspettative distrutte più e più volte.

FAR: Come preannunciato sopra più volte, Reo e Mabu riveleranno risvolti inaspettati. Miyano ama senza dubbio fare il personaggio sopra le righe che spiffera fatti, parla svogliatamente o fa lo scemo durante le interviste ma credo sia indicativo della complessità di Reo il fatto che possa dare senza problemi piste così precise come “non credere mai al mio personaggio” senza, presumibilmente, distruggere lo stratagemma narrativo su cui è basato. È importante dire che queste interviste sono fortemente controllate dalla produzione della serie, per cui la risposta di Miyano è stata quasi sicuramente pre-approvata dallo staff.

Yoshimasa Hosoya (Mabu): Non credo che Sarazamai sia una serie facilmente commerciabile, facile da capire, o che verrà apprezzata da un vasto pubblico. Quel che verrà trasmesso sarà la forma più pura delle idee del regista Ikuhara. È quel tipo di prodotto che i fan dei film d’autore potrebbero apprezzare. Vi divertirete a notare dei dettagli che sveleranno l’andamento generale della serie man mano che gli episodi si accumuleranno. In questo è racchiuso il fascino della serie, nel farsi mille domande su cosa avverrà nel prossimo episodio.

FAR: Alcuni fan hanno interpretato questa risposta come una conferma della presenza della fotografia di Tao Tajima all’interno della serie, che ha realizzato il compositing con le scene in live action dei vari teaser. Francamente, io non la vedo affatto così: insomma, non credo vi sia progetto animato di Ikuhara dopo Sailor Moon che non possa essere definito come “il tipo di prodotto che i fan dei film d’autore potrebbero apprezzare”. Kunihiko Ikuhara è senza ombra di dubbio la figura più autoriale che permea l’odierno panorama degli anime televisivi, non tanto per i suoi tropi e per i suoi escamotage registici quanto per la ricca e delineata visione che trasmette al suo staff. Non ritengo che la situazione sia tanto differente da quella descritta nel precedente articolo: tecnicamente la presenza, dedicata o parziale, di Tajima all’interno del progetto è assolutamente possibile ma l’uso massivo di “real life backgrounds” mi pare una soluzione alquanto utopistica per una serie animata televisiva, seppure diretta da Ikuni. Magari avranno dei peculiari spazi dedicati, come negli eyecatch o nelle sigle di coda corredati da un credito speciale.

Va notato come CGWorld, noto sito dedicato ai progetti d’animazione digitale e all’uso dei software abbia intervistato Tajima in merito al suo lavoro nei vari teaser e quest’ultimo non ha lasciato il minimo indizio sulla propria presenza all’interno della serie ma non ha nemmeno ringraziato lo staff per l’esperienza portata avanti assieme come si è soliti fare quando si lascia una produzione prima della sua conclusione.

Alcune informazioni dal sito ufficiale

Per concludere volevo pubblicare la traduzione dell’introduzione alla storia e al cast presentati sul sito della serie.

Introduzione

Ci troviamo ad Asakusa dove, un giorno, tre giovani studenti del secondo anno delle scuole medie, Kazuki Yasaka, Toi, Kuji ed Enta Jintai, incontrano una creatura a forma di Kappa chiamata Keppi, che ruba le loro shirikodama e li trasforma a loro volta in Kappa.

“Se desiderate tornare normali, dovrete connettervi in modo speciali e portarmi la shirikodama di uno zombie?!”

Qualcosa sembra star per accadere alla stazione di polizia dove sono impiegati Reo Niiboshi e Mabu Akutsu…

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Kazuki Yasaka (Ayumu Murase): Seconda media. In passato era un ragazzo allegro, che amava il calcio. Ultimamente è ossessionato da qualcosa.
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Toui Kuji (Kouki Uchiyama): uno studente trasferito nella classe di Kazuki. Brutte dicerie lo isolano dal resto della classe.
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Enta Jinai (Shun Horie): Un amico d’infanzia di Kazuki. Quando entrambi facevano parte del club di calcio venivano chiamati “il duo d’oro”.
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Keppi (Junichi Suwabe): Una misteriosa creatura che afferma di essere il principe ereditario del Regno dei Kappa. Trasforma gli esseri umani in Kappa, rimuovendo le loro shirikodama.
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Reo Niiboshi (Mamoru Miyano): Un poliziotto impiegato alla locale stazione di polizia. È il compagno di Mabu.
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Mabu Akutsu (Yoshimasa Hosoya): Un poliziotto impiegato alla locale stazione di polizia. È il compagno di Reo.

Due sono gli elementi che hanno catturato la mia attenzione: il primo è come la descrizione di Toui sembra contraddirsi con quanto rivelato nel teaser di Enta mentre il secondo sta nell’enfasi con cui si ripete che Keppi non sia un Kappa, bensì “una creatura a forma di Kappa” o “una creatura misteriosa”. Che quindi il suo esser Kappa non sia altro se non un travestimento?

In un prossimo articolo mi piacerebbe parlare di Nobuyuki Takeuchi e della sua influenza all’interno della serie in quanto soukantoku. Quest’idea mi è venuta subito dopo aver visto questo video dedicato ad un’insert song cantata da Sara, che sprizza shaftismo da ogni frame. Sì, so che ci sarebbero ancora degli elementi su cui si potrebbe discutere, come ad esempio i misteriosi Box Zombie, a quanto pare sono persino doppiati Ryo Kato, che presentano fortissime somiglianze con i pacchi di Amazon ma non sono riuscito ancora a farmi un’idea precisa sul loro ruolo. All’inizio pensavo fossero una sorta di oggetto del desiderio ma dopo aver letto della presenza di un seiyuu dedicato sono rimasto un po’ perplesso. Se avete qualche teoria in merito sarei davvero felice di sentirla, così come sarei felice di conoscere le vostre illazioni su ogni altro aspetto di Sarazanmai.

Mille ringraziamenti vanno a Good_Haro, senza la sua generosità non mi sarebbe stato possibile recuperare i contenuti delle interviste pubblicate su rivista e mi sarei perso parte dei riferimenti culturali della serie.

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