Durante la scorsa stagione ho notato tra i crediti di fine episodio dell’anime “Gamers!” uno studio d’animazione che aveva realizzato della key-animation per il cartone animato: 9Lives. I nomi degli animatori erano tutti occidentali, così ho creduto fossero filippini. Dopo una breve ricerca ho scoperto che non ero in errore, e, avendo i loro contatti, non ho potuto resistere così ho cercato di intervistare qualche dipendente dello studio in merito al loro lavoro di outsourcing nelle produzioni animate giapponesi.
A rispondere alle mie domande è stato Richie Marquez, del dipartimento Sales & Marketing dello Studio.
Come siete riusciti ad entrare nel settore dell’animazione giapponese come studio di outsourcing e quanto è redditizio questo tipo di lavoro?
La maggioranza del nostro gruppo originario era composta da animatori esperti che hanno lavorato per studi d’animazione giapponesi grandi e molto noti all’interno del nostro paese. Realizzare anime è sempre stato il nostro forte e siamo una delle poche aziende in grado di produrre questa tipologia di animazione qui. Tutto è cominciato quando un nostro amico giapponese ci ha presentato ad alcuni studi d’animazione del suo paese dicendo che esiste una azienda del settore dell’animazione in grado di produrre anime nelle Filippine. Molte imprese giapponesi erano scettiche nei nostri confronti ma alcune di loro ci hanno dato una possibilità e abbiamo avuto modo di incontrarci via Skype. Ci dedichiamo soprattutto all’inbetween animation e al DIP(Digital Ink and Paint, colorazione digitale), tipologie di lavori tra le più comuni per chi si dedica all’outsourcing. Siamo rimasti davvero sorpresi quando ci sono stati affidati lavori di Key Animation e di realizzazione dei Layout dopo aver mostrato loro alcuni dei nostri lavori precedentemente realizzati. I cut affidatoci erano parte dell’anime “Youjo Senki” che stava diventando molto popolare in Giappone. Abbiamo ricevuto responsi molto positivi da parte dei registi e dei produttori per quanto riguarda la qualità del nostro lavoro, anche loro erano davvero sorpresi: non credevano che all’estero ci fossero studi d’animazione in grado di lavorare alla loro maniera. A nostra volta, non ci aspettavamo di essere inseriti nei crediti a fine episodio e siamo rimasti stupiti. Abbiamo cercato di metterci in contatto con altri studi d’animazione e siamo riusciti ad ottenere nuove commissioni. Essenzialmente è così che ci siamo inseriti nel settore.
Avere uno studio tutto nostro rende questa impresa molto redditizia. Siamo in grado di sfruttare il costo della manodopera delle Filippine, che è più basso rispetto a quello di altri paesi come gli Stati Uniti d’America, il Giappone, la Corea del Sud o Singapore. Allo stesso tempo è vantaggioso per i nostri dipendenti, perché riusciamo a pagarli un po’ di più dello standard locale di questo settore.
Gli animatori giapponesi spesso faticano a sopravvivere a causa dei bassi compensi e di condizioni di lavoro a dir poco malsane. Le Filippine però sono un paese totalmente diverso, con un differente costo della vita. È possibile per un animatore filippino medio riuscire a guadagnare abbastanza per vivere dignitosamente lavorando a produzioni giapponesi?
Sì, crediamo che gli animatori filippini guadagnano stipendi dignitosi se mettiamo a paragone il costo della vita qui a quello del Giappone. Però, rispetto a progetti d’animazione occidentale, gli anime rappresentano un lavoro estenuante e peggio retribuito. È l’amore per i cartoni animati giapponesi che spinge la maggior parte dei nostri animatori a partecipare a questo tipo di lavori. Ciò che dicono i giapponesi è abbastanza vero: è l’amore che permette agli animatori e tutto lo staff di produrre anime.
Agli animatori è richiesta la conoscenza della lingua giapponese o ci sono altri metodi con cui i supervisori delle animazioni giapponesi ed i key animators forniscono informazioni ai 2d key animator e agli inbewtweeners filippini?
Per diventare nostri animatori non è richiesta la conoscenza della lingua giapponese. Sarebbe quasi impossibile riuscire ad assumere personale abile sia nel produrre animazione che nel parlare giapponese! Inoltre, abbiamo assunto un cittadino giapponese che ci fa da traduttore. A volte lo studio che si occupa dell’animation production ci invia perfino informazioni dettagliate in lingua inglese e siamo davvero grati per questo.
Lavorando a “Gamers””, 9lives sta finalmente realizzando della key animation di tutto rispetto per un cartone animato piuttosto famoso, con tutti i propri animatori citati nei crediti di fine episodio. I layout ed i genga(keyframes) sono stati supervisionati dallo staff giapponese?
Ci sentiamo fortunati e siamo riconoscenti nell’essere parte di “Gamers”, l’anime numero uno in Giappone di questo periodo*. Ovviamente lo chief animation director e i supervisori dell’animazione giapponesi controllano il nostro lavoro. Per ora hanno applicato solamente minime correzioni, come normalmente avviene per i key animator.

Lavorare a Tanya of Evil è stato differente sotto qualche aspetto? Ho notato che i nomi degli animatori non sono stati citati individualmente e soltanto lo studio è stato inserito nei crediti.
Partecipare a “Youjo Senki”(The Saga of Tanya the Evil)è stata un’esperienza piuttosto simile a quella di Gamers! Se non sbaglio, la prima volta siamo stati inseriti nei crediti soltanto attraverso il nome dello studio ma in altri episodi siamo stati riconosciuti completamente con i nomi di tutti gli animatori.

Quali scene avete realizzato per questi due anime?
Per Youjo Senki e in Gamers! abbiamo realizzato la key animation ed i Layout. Abbiamo prodotto circa il 25-30% di un episodio per entrambi. Le scene ci sono state assegnate in maniera piuttosto casuale dai registi tantoché a volte dovevamo realizzare alcuni cut all’inizio per poi fare grandi salti temporali e lavorare a momenti situati alla fine dell’episodio.
C’è un qualche problema specifico che lo studio si è trovato ad affrontare durante la produzione di materiale destinato alle aziende giapponesi?
A volte la connessione ad internet andava a rilento, questo ha causato qualche ritardo nella consegna del lavoro, e ci sono stati dei problemini di traduzione qui e lì. Tutto il resto è filato liscio.
Qual è il punto di forza dello studio 9Lives in questo momento?
Crediamo di essere l’unico studio delle Filippine che in questo momento è in grado di fornire materiale di alta qualità per gli anime in ogni fase della produzione, dal planning alla realizzazione di design fino ai lavori di composizione delle scene e all’editing. La nostra principale specialità sta nel riuscire a seguire passo dopo passo il classico processo di produzione dell’animazione giapponese e nell’utilizzare le stesse tecnologie che usano le aziende produttrici principali. Tutto questo ci permette di essere l’unica impresa in grado di realizzare anime con una qualità paragonabile a quella degli studi nipponici.
Oltre a questo, abbiamo la nostra scuola, la South East Asian Center of Animation Technology, o SEACAT. Lì insegniamo agli studenti tutto quello di cui hanno bisogno per diventare animatori: dalle basi tecniche del disegno 2D fino all’animazione 3D e sono presenti anche corsi di manga. Vogliamo essere sicuri che coloro che si sono diplomati siano perfettamente pronti ad entrare nel settore una volta completati i corsi. Inoltre diamo ai nostri studenti migliori l’opportunità di lavorare per 9Lives. È un po’ come possedere un dipartimento di formazione e allenamento per i nostri futuri animatori.
In questo momento, qual è il più grande problema del settore dell’animazione filippina?
Crediamo che manchi il supporto da parte del governo: nonostante le scuole d’animazione siano sovvenzionate non c’è nessuna agenzia che supervisioni come le esse vengano organizzate o che controlli dove gli animatori finiscono col lavorare. Gli artisti migliori vengono assunti solitamente da studi esteri che offrono paghe migliori, per questo c’è sempre carenza di manodopera qualificata. C’è anche una mancanza di sostegno da parte del settore privato: le grandi aziende preferiscono comprare vecchia animazione all’estero per poi doppiarla in Tagalog piuttosto che produrre cartoni animati originali.
La cultura filippina è piuttosto sottovalutata e sconosciuta all’infuori dell’Asia. Credete che l’animazione originale filippina sia in grado di fornire al mondo una visione migliore del vostro paese in futuro?
Certamente! I filippini hanno dimostrato di giocare alla pari con i migliori nel mondo delle arti, animazione inclusa. In ogni film d’animazione di successo, che sia Disney o Pixar, è difficile non trovare un nome filippino nei titoli di coda. Il nostro settore ha soltanto bisogno di una chance. Se ci fosse un produttore desideroso di finanziare un grande progetto d’animazione originale allora saremmo certi di riuscire ad innalzare le Filippine tra i grandi nomi dell’animazione mondiale!
Grazie mille per il vostro prezioso tempo e vi auguro il meglio per Just Because!
Grazie mille a te per l’intervista. Noi siamo una piccola realtà del mondo degli anime, essere notati da qualcuno come te è stato davvero inaspettato. Speriamo di riuscire a lavorare a più episodi e a nuovi anime in futuro. Faremo sempre del nostro meglio per produrre materiale dalla qualità maggiore possibile!
*Non so dove abbia trovato quell’informazione(forse si riferisce a questa immagine che comunque si basa su dati totalmente irrilevanti per il mercato giapponese degli anime) ma sono piuttosto sicuro che Gamers! non sia stato nemmeno l’anime più popolare durante la scorsa stagione estiva anche se stiamo parlando comunque di un cartone piuttosto apprezzato almeno in Occidente.
9Lives Animation Studio è su Twitter, Facebook e Instagram.
[…] Intervista Esclusiva a 9Lives Animation Studio: realizzare outsourcing work per gli Anime! Un pezzo che all’estero ha avuto un successo incredibile, tanto che lo stesso CanipaEffect lo ha condiviso. Qui in Italia ha fatto soltanto 50 visualizzazioni scarse, o qualcosa di simile. La motivazione di questo grande divario è ricercabile nella mancanza dell’elemento “outsourcing” all’interno della discussione sugli anime nel nostro paese. All’estero, per quanto sempre approssimativa e basandosi su miti senza fondamento, si prendono in considerazione anche fenomeni produttivi come questo. Mi sto accorgendo sempre di più di come FFA sia un pioniere di una gran moltitudine di sottoargomenti, e che pertanto prendere in considerazione sempre i meri numeri non è poi così salutare. Avrebbe decisamente più senso fare delle considerazioni a lungo termine, se mai me ne ricorderò. Risulta comunque la prima intervista in assoluto a tema “outsourcing” sia in italiano che in inglese. […]
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