Marie & Gali è un anime che riesce perfettamente nell’essere educativo ed esilarante allo stesso tempo. È un anime che fa della ottima divulgazione scientifica per grandi e piccini ma è anche un anime che riesce perfettamente a delineare un mondo pieno di vita, con alcuni personaggi davvero indimenticabili. Ad una script davvero adatto alla tipologia di opera si aggiungono colori, personaggi, animazioni e sfondi attraenti e scoppiettanti senza mai cadere nella trappola di essere troppo elaborati. Ma in breve di cosa parla Marie & Gali?

Marika è una studentessa amante dello stile Gothic Lolita che non ama molto la scienze e questo influisce negativamente sulla sua condotta scolastica. Un giorno il treno che la porta a scuola si infila in una strana galleria ed una volta uscito si ritrova nella straordinaria città di Galihabara dove vivono delle altrettanto straordinarie rappresentazioni di alcuni dei più importanti scienziati del passato. Ogni scienziato ha una peculiare caratterizzazione grafica che ben si combina alla sua personalità, la quale spesso non corrisponde a quella avuta in vita contribuendo a dare un’atmosfera poco seriosa al personaggio pur facendolo rimanere molto attaccato alla propria disciplina di appartenenza. Questo porta a far sembrare queste figure mitiche anche un po’ degli otaku di seconda categoria, oltre che a dei gran buffoni, portandoci ad empatizzare con loro un pochino. La guida che accompagnerà Marika alla scoperta della città sarà nientemeno che Galileo Galilei, qui rappresentato come uno Shin-chan un po’ troppo cresciuto. Una volta che la nostra carinissima protagonista avrà fatto la conoscenza di tutti i principali personaggi della serie scopriremo che l’unico modo per uscire da questo Isekai sarà quello di iniziare ad apprezzare la scienza, dal momento che Galihabara stessa esiste proprio per quegli studenti che la trovano noiosa ed inutile. Riuscirà la bella Rorirori a tornare finalmente a casa? La risposta non è così scontata dal momento oltre ai 40 episodi di cui è composta la serie vi è una seconda stagione di altri 30 e dal finale piuttosto unico nel suo genere.

Uno degli aspetti meglio realizzati dell’anime è sicuramente la scrittura: ogni episodio presenta una storia legata ad una teoria o una legge scientifica, queste ultime ripetute almeno due volte ad episodio, in grado di risolvere un problema pratico. Non è però così necessario averle comprese pienamente al fine di godersi la puntata e buona parte degli enunciati si ripresenterà ripetutamente nel corso della serie più e più volte. In questo senso ci troviamo davanti ad una vera e propria prima review dei concetti imparti a fine episodio con vari ripassi lampo che fanno mai male. Arrivati agli ultimi episodi riuscirete sicuramente a ricordare per il resto della vostra vita quali dita della mano rappresentano moto, campo e corrente nella Regola della mano destra di Fleming, ne sono sicuro!

Le gag sono indubbiamente varie: vi sono parodie di altri anime, momenti in cui Galileo farà mostra della sua italianità in modo davvero impeccabile, situazioni in cui i diversi personaggi si troveranno ad affrontare un gran numero di tropes narrativi farciti di scienza, avvenimenti paradossali in stile Trigger, pun scientifici con la lingua giapponese e molto altro ancora!

Un altro aspetto che sicuramente interesserà a tutti coloro che tra di voi amano ricercare i riferimenti è che ognuno di questi grandi scienziati cita con il suo design o con certe espressioni una precedente opera del mitico character designer Yoshihiko Umakoshi o di qualche altro CD o fumettista del passato. In ogni episodio inoltre, grazie alla bravura della sopracitata Rie Matsumoto e di Hiroyuki Kakudou, i due principali storyboarder della serie, potremmo ammirare numerosi riferimenti registici che passano da Yoshinori Kanada a Kunihiko Ikuhara con esilarante naturalezza. Ci sono, come in ogni serie artisticamente valida, performance canore dirette divinamente ed un episodio Mecha!


Sempre parlando di Rie Matsumoto, questo anime è particolarmente importante nella sua carriera poiché sono presenti molte tecniche di storyboarding che diventeranno un marchio di fabbrica della regista in opere come Kyōsōgiga, una fra tutte l’alternare inquadrature dove i personaggi sono perfettamente in-chara mentre gli sfondi sono semplicemente abbozzati con inquadrature dove i personaggi assumono espressioni davvero buffe ed originali mentre gli sfondi si fanno ben più delineati in modo da creare una forte sensazione di bidimensionalità atipica nell’animazione giapponese.

Forse alcuni di voi hanno preso paura quando ho parlato di 40+30 episodi. Non temete, si tratta di corti da 5 minuti l’uno, tutti decisamente leggeri. Per completare la prima serie vi ci vorrà soltanto 200 minuti, vale a dire meno di 3 ore e mezza, meno della vostra serie da 12 episodi media.
In definitiva è un anime che consiglio a tutti, non c’è una categoria non in grado di apprezzare un cartone animato del genere: i più piccoli( e i meno istruiti)di voi impareranno qualcosa divertendosi mentre tutti gli altri finiranno col divertirsi e basta, sia che siano destinati a diventare i futuri senpai di Galihabara( o sperperare tutti i soldi del lavoretto estivo in Artbook di Umakoshi) sia che vogliano passare delle ore felici con un cartone animato davvero brillante e divertente.
Le due serie si trovano complete subbate in lingua inglese.