Molto spesso mi chiedo in che modo il fumetto giapponese abbia influenzato i miei gusti e, di conseguenza, quali siano le caratteristiche estetiche davvero imprescindibili di questo media. Come ben potete immaginare, è impossibile dare alla seconda domanda una risposta univoca che tracci un profilo di oramai quasi cento anni di storia del manga. Quel che però si può fare in continuazione è andare alla ricerca delle sue caratteristiche all’interno punti di vista altrui al fine di arricchire la propria percezione estetica. E qual è il miglior modo di partire per questo viaggio mentale se non quello di mettere in fila, ben allineati, un gran numero di autori provenienti da realtà culturali molto diverse tra di loro ma tutti accomunati da una dichiarata influenza del fumetto giapponese? Per questa ragione ,un po’ stramba per un “consiglio per gli acquisti” ma sicuramente in linea con la filosofia che ha guidato questo sito sino ad oggi, vi consiglio questo volumetto antologico, per una motivazione che va oltre il semplice “al suo interno sono contenute storie interessanti”, ovvero per cominciare questo piacevole percorso di riflessione riguardo al manga. Al suo interno troverete 15 storie realizzate da altrettanti autori provenienti dalle due Americhe e dall’Europa: dei veri e propri gaijin(外人, stranieri) quindi. Degli autori che sono prima di tutto appassionati e di cui condividete l’appartenenza alla cultura occidentale, aspetto fondamentale per non cadere nella trappola delle incomprensioni culturali in cui potreste incappare avendo a che fare con gli stessi giapponesi. Alcuni di questi racconti vi saranno sicuramente familiari stilisticamente parlando e addirittura potreste perfino cogliere evidenti somiglianze con i vostri autori preferiti. Altre ancora, ne sono certo, non vi appariranno per nulla giapponesi e forse faticherete persino a a trovare pochi singoli aspetti che li accomunano al manga. Ed è in questo si trova la vera sfida che il volume vi lancia attraverso le sue discutibili e talvolta difficilmente interpretabili immagini.
In queste tavole si nascondono Tadao Tsuge, Katsuhiro Otomo, Junji Ito, Seiichi Hayashi e persino Tetsuo Hara, Naoki Urasawa, Kenichi Sonoda e Hisashi Eguchi. Questi autori, queste influenze, vivono certamente nella nostra mente e nella mente degli autori presenti nell’antologia ma forse non sono gli Eguchi o gli Otomo che avete in mente voi. Il vostro compito è quello di portarli alla luce attraverso la vostra personale sensibilità. Dietro ad ogni storia si nasconde un ragazzo o una ragazza cresciuti con i fumetti giapponesi ed è soltanto scrutando nella loro visione dei fumetti giapponesi che potete conoscere un po’ meglio la vostra. Dentro ai disegni dei vari mangaka gaijin troverete, per contrasto, voi stessi fan del fumetto nipponico.






Ho inserito volutamente le storie che i più percepiranno come “simil-manga” per cercare evitare di mostrare i fumetti che vi faranno esclamare a gran voce:<< Ma questo non è un manga, dannazione!>>. Dovete aspettare che il volumetto arrivi nelle vostre case per fare esperienza di Banana Unicorn o di Domestic Scene. A proposito del volumetto, lo potete acquistare qui, sul sito ufficiale dell’editore o qui, sul sito di Berliac. È completamente in lingua inglese
Consigliato a Loschi figuri che sotto qualche aspetto mi assomigliano, Carmelo Sarta, hipster con boring taste, persone che vogliono conoscere nuovi autori oltre il territorio nazionale e giapponese, esseri umani che vogliono conoscere un po’ meglio i fumetti giapponesi ed il rapporto che hanno con il media.
Sconsigliato a Fag del disegno accademico, fag del disegno alla pixv, la persona che “eh ma qui non c’è il sakuga”.
Spero con tutto il mio cuoricino che questa antologia possa diventare un utile strumento in grado di farvi riflettere, oltre che più in generale emozionare, riguardo alla natura e alle caratteristiche del manga. Un po’ come se fosse l’opposto di un saggio sui fumetti del Sol Levante.